BONUS PUBBLICITA’
- Dott.ssa Iva Montorro
- 10 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Il Bonus Pubblicità è un’agevolazione fiscale diretta alle: Imprese, Lavoratori autonomi e Enti non commerciali.
Grazie al nuovo Decreto Rilancio, la misura del bonus pubblicità cresce dal 30% al 50%, rispetto al passato. Lo stesso ha introdotto anche delle novità sulla base di calcolo del credito d’imposta che si identifica con il valore dell’intero investimento pubblicitario effettuato nel 2020 e abolizione del calcolo sul valore incrementale dell’investimento pubblicitario 2020 rispetto a quello nel 2019.
L’obiettivo principale del bonus è di sostenere le aziende ed i professionisti a crescere e incentivare gli investimenti pubblicitari su:
giornali (in formato digitale e/o cartaceo)
televisione
radio
Le spese ammesse sono quelle relative all'acquisto di spazi pubblicitari su tutti i media qualificati che possiedono la caratteristica obbligatoria di essere testate giornalistiche registrate al Tribunale con un direttore responsabile di riferimento.
Il 50% delle spese pubblicitarie sostenute dalle aziende (attraverso il bonus), potranno essere utilizzate da quest’ultime come credito d’imposta in compensazione sul Modello F24.
Per poter usufruire del credito d’imposta 2020 sulla pubblicità, è necessario ideare e programmare un investimento pubblicitario nel corso dell’anno 2020 e redigere la domanda telematicamente. La prenotazione, sono state spostate recentemente dal 1° al 30 settembre 2020, ma restano comunque valide le domande già presentate nella prima scadenza fissata dal 1° a il 31 marzo 2020.
Infine bisogna inoltrare dal 1° gennaio al 31 gennaio 2021 la dichiarazione finale con il totale delle spese pubblicitarie effettuate durante l’anno 2020.
Non rientrano nell'agevolazione:
La realizzazione grafica pubblicitaria;
La pubblicità sui social media (Facebook, Instagram, Youtube, Twitter, ecc);
Pubblicità acquistata attraverso gli spazi di pubblicità di Google;
Spese per la produzione di volantini cartacei periodici;
Siti web non registrati come testata giornalistica.
Televendite, servizi di pronostici, giochi e scommesse.
Spese accessorie e costi di intermediazione.




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