IL REDDITO DI INCLUSIONE: COS’E’ / CHI NE AVRA’ DIRITTO
- Iva Montorro
- 14 mar 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Finalmente il Senato con il Ddl povertà 2017, ossia, il disegno di legge recanti norme per il contrasto alla povertà e per il riordino dei servizi sociali, ha dato il suo ok definitivo al REDDITO DI INCLUSIONE.
Si tratta di una misura nazionale destinata ad assicurare un sostegno economico a quei nuclei familiari che risultano al di sotto della soglia di povertà assoluta e sarà rivolta alle famiglie residenti di italiani e stranieri con permesso di lungo soggiorno.
Si vocifera che il reddito di inclusione “REI”, sarà erogato (tramite assegno mensile e potrà avere un valore variabile da 80 a 480 euro), alle persone e/o famiglie, per le quali la soglia Isee sarà fissata a 3.000 euro, oltre all'assenza di altri trattamenti economici rilevanti.
Questa soglia però dovrà essere ancora definita e sarà la prima cosa che il governo dovrà fare con il decreto che ne darà applicazione alla legge.
Di certo, si terrà conto della numerosità del nucleo familiare, la presenza di bambini, di adulti con più di 55 anni, che hanno perso il lavoro, la presenza di disabili in famiglia, o nuclei familiari monogenitoriali per esempio madre single.
Quindi i cittadini che vivono in una situazione disagiata dal punto di vista lavorativo, economico e abitativo potranno contare ora, sul nuovo sussidio contro la povertà ma questo sostegno non sarà riconosciuto senza chiedere nulla in cambio.
Il reddito di inclusione vuole fare in modo che la persona venga re-inclusa nel contesto sociale e lavorativo. Infatti l’assegno è gestito dai Servizi sociali del Comune e dai Centri per l’impiego, l’INPS invece sarà l’ente pubblico che si occuperà di attuare il piano e mettere a disposizione i propri servizi telematici per ricevere e trasmettere ai vari organi, la domanda reddito inclusione attiva da parte dei cittadini.
Le persone che riceveranno questo assegno dovranno firmare una specie di “contratto” con la propria comunità di appartenenza:
Potranno essere contattate (e dovranno accettare) brevi periodi lavorativi (le posizioni che si aprono agli uffici di collocamento);
Mandare i figli a scuola e mantenere una performance scolastica adeguata;
Tutelare la salute dei ragazzi e dei bambini;
L’assegno in sostanza è collegato a forme di accompagnamento e reinserimento nel mercato del lavoro, attraverso la formazione e la ricerca di posizioni lavorative.




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